Ultima giornata dell’Imola Classic, che chiude un trittico di eventi (WEC e ELMS) all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari che ha abbracciato la storia passata e presente del mondo endurance. Nel programma le ultime gare, con in pista le categorie Classic Touring Challenge, Endurance Racing Legends 1 e 2, Gentlemen Challenge, 2l Cup, Heritage Touring Cup, Classic Endurance Racing 1 e 2.
E’ finita a 10’ dal termine la probabile battaglia per il successo nella Classic Endurance Racing 1. Dopo aver guidato la corsa per oltre metà gara, Jan Magnussen – Chris Ward (Lola T70 Mk. 3B) si sono ritrovati nel ruolo di inseguitori ma un problema tecnico ha fermato la loro rimonta costringendoli al ritiro. Ad aggiudicarsi la vittoria è stato così Armand Mille (Lola T70 Mk.3B) che, comunque, con 16” di vantaggio non sarebbe stato facile da battere. Così il secondo posto è finito nelle mani di Charlie Hyett (Chevron B 19) mentre il terzo se l’è portato a casa Rory Jack (Chevron B19), che ha beneficiato della penalizzazione inflitta a Kyle Tilley (Lola T 210) per non aver rispettato la finestra del pit-stop.
Una penalizzazione di un giro per non aver fatto il pit-stop nella finestra prevista, ha privato invece Yves Scemama (TOJ SC 304) di una netta vittoria nella Classic Endurance Racing 2, penalizzazione che lo ha relegato all’ottavo posto. A vincere è stato così Nick Padmore (Lola T292), che ha preceduto Charlie Hyett (Chevron B31) e Emile Breittmayer (Porsche 935 K3).
Il duello che aveva infiammato gara 1 della Endurance Racing Legends 1 non si è riproposto nella corsa della domenica. Al terzo giro Jamie Constable (Zytek 04S) è stato autore di un testacoda dopo un contatto con la Ferrari 550 Maranello Prodrive di Emmanuel Collard. Ripartito, la sua rimonta è finita al secondo posto, lasciando la facile vittoria a Christian Albrecht (MG EX257), che ha così bissato il successo del sabato con pieno merito. Terzo gradino del podio per Mike Newton (MG EX264), che ha resistito nel finale al ritorno di Collard.
Out per un problema tecnico il vincitore della gara del sabato della Endurance Racing Legends 2, e leader della corsa della domenica, Marco Zanasi (Ferrari F430 Evo), per Philip Kadoorie (Ferrari F430) è stato tutto sommato agevole aggiudicarsi la vittoria, nonostante una Safety Car nel finale che ha rimescolato si le carte ma solo per le restanti posizioni sul podio. Ad occuparle sono stati Sebastian Glaser (Porsche 993 Evo), secondo, e Jean-Marc Merlin (Porsche 997 RSR), terzo.
Vittoria di Sebastian Glaser ( BMW 3.0 CSL) nella Heritage Touring Cup. Scattato dalla terza casella, ha preso subito il comando, gestendo tutte le situazioni con grande sicurezza tanto da non dare mai un’occasione per essere avvicinato da Maxime Guenat (Ford Capri RS 3100), che si è così dovuto accontentare della piazza d’onore. Terzo gradino del podio per Guillaume Mahe (BMW 3.0 CSL), che era stato l’autore della pole position.
Pronostico rispettato nella Classic Touring Challenge. Ad imporsi con ampio margine è stato Nigel Greensall (Ford Mustang 289), che ha fatto il vuoto dopo poche tornate dal via. Sul secondo gradino del podio è salito Seb Perez (Alfa Romeo Giulia GTA) mentre sul terzo Frank Stippler (Alfa Romeo Giulia Sprint GTA), che ha approfittato del ritiro di Kyle Tilley (Ford Cortina Lotus) a due giri dalla fine.
Tre testacoda e una irregolarità al pit-stop hanno impedito a Dr Afschin Fatemi (Tojeiro EE) di centrare il successo in una gara 2 della Gentlemen Challenge che stava guidando già con buon margine dopo pochi giri. Così alla fine si è dovuto accontentare del terzo gradino del podio lasciando a giocarsi la vittoria Frederic Wakeman (Cooper T38) e Nigel Greensall (Lister Costin Jaguar) all’ultimo giro. Braccato da Greensall, Wakeman ha commesso un errore lasciando via libera al rivale.
Avvincente duello a due per la vittoria nella 2L Cup con in pista le Porsche 2.0L. Ad aggiudicarsela è stato Oliver Bryant, che ha piazzato il sorpasso decisivo all’ultimo giro nei confronti di Seb Perez. Terza posizione in solitaria per David Danglard.